Monday, February 27, 2006


=== Con le più umili scuse per la defezione della scorsa settimana ===

18) Era una giornata gialla e azzurra
Quando piove, piove (birra)

"Uscendo dal bagno caldo, prima di mettermi l'accappatoio, lanciai un'occhiata alla schiuma che sopravviveva nella vasca. Schiuma. Schiuma come birra. Le birre che avevo bevuto con Pogo e Caroli dopo essere fuggito da un fatto di sangue. Rosso. Su un taxi giallo. Giallo come la birra sotto la schiuma. Schiuma che produsse il dentifricio incontrando i miei denti sani e uno cariato. Schiuma come un accappatoio di schiuma schiumoso. Giallo come birra. Birra di cui mi liberai pisciando in un water finalmente azzurro, iniettandovi pipì gialla come birra. Senza schiuma. Mi rasai con schiuma da barba azzurra come il water. Era una giornata schiumosa gialla e azzurra."

[Andrea G. Pinketts, Il vizio dell'agnello]

Sunday, February 12, 2006


17) Ossessioni temporali
"I sogni della ragione generano orologi"--> Calvino

"Pensa a questo: quando ti regalano un orologio, ti regalano un piccolo inferno fiorito, una catena di rose, una cella d'aria. Non ti danno soltanto l'orologio, tanti, tanti auguri e speriamo che duri perché è di buona marca, svizzero con àncora di rubini; non ti regalano solo questo minuscolo scalpellino che ti legherai al polso e che andrà a spasso con te. Ti regalano - non lo sanno, il terribile è che non lo sanno -, ti regalano un altro frammento fragile e precario di te stesso, qualcosa che è tuo ma che non è il tuo corpo, che devi legare al tuo corpo con il suo cinghino simile a un braccialetto disperatamente aggrappato al tuo polso. Ti regalano la necessità di continuare a caricarlo tutti i giorni, l'obbligo di caricarlo se vuoi che continui ad essere un orologio; ti regalano l'ossessione di controllare l'ora esatta nelle vetrine dei gioiellieri, alla radio, al telefono. Ti regalano la paura di perderlo, che te lo rubino, che ti cada per terra e che si rompa. Ti regalano la sua marca, e la certezza che è una marca migliore delle altre, ti regalano la tendenza a fare il confronto fra il tuo orologio e gli altri orologi. Non ti regalano un orologio, sei tu che sei regalato, sei il regalo per il compleanno dell'orologio."

[Julio Cortàzar, Preambolo alle istruzioni per caricare l'orologio, in Storie di cronopios e di famas]

Monday, February 06, 2006


16) E voi: “Stoppa o Piombo”?
Born to be Kallikantzaros…


“Il celebre erudito Leone Allacci testimonia che i bambini nati tra la vigilia di Natale e l’ultimo dell’anno sono predestinati a diventare kallikantzaroi: esseri quasi bestiali, soggetti a furie periodiche coincidenti per l’appunto con l’ultima settimana di dicembre, durante la quale corrono scarmigliati di qua e di là senza trovare requie. Appena vedono qualcuno gli saltano addosso, lo schiacciano e con le unghie (che hanno adunche e lunghissime, perché non le tagliano mai) gli graffiano il viso e il petto chiedendo: “stoppa o piombo?”. Se la vittima risponde “stoppa” viene lasciata andare; se risponde “piombo”, viene malmenata e lasciata per terra mezza morta. Per evitare che un bambino diventi kallikantzaros lo si mette sul fuoco tenendolo per i calcagni in modo da scottargli le piante dei piedi. Il bambino urla e piange per le bruciature (subito dopo gli verranno lenite con un po’ d’olio): ma la gente pensa che in questo modo le unghie vengano accorciate, rendendo così inoffensivo il futuro kallikantzaros.
La figura del kallikantzaros è tuttora vivissima nel folklore del Peloponneso e delle isole greche. Sono, i kallikantzaroi, esseri mostruosi, neri, pelosi, ora giganteschi ora piccolissimi, di solito provvisti di membra parzialmente animalesche: orecchie d’asino, zampe caprine, zoccoli equini. Spesso sono ciechi o zoppi; quasi sempre sono maschi, provvisti di enormi organi sessuali. Appaiono durante le dodici notti tra Natale ed Epifania, dopo essere rimasti sotto terra per tutto l’anno, intenti a segare l’albero che sorregge il mondo; ma non riescono mai a portare a termine l’impresa. Girano spaventando le persone; entrano nelle case mangiando i cibi, talvolta pisciandoci sopra; vagano per i villaggi guidati da un capo zoppo, il “grande kallikantzaros”, in groppa a galli o cavallini. E’ famosa la loro capacità di trasformarsi in ogni sorta di animali.”

Sono aperte le iscrizioni per il “Kallikantzaros Fan Club”. Grazie Carlo, per la tua Storia notturna… questa pagina 147 ci ha cambiato la vita.